martedì 27 ottobre 2015

Review: I Am - Leona Lewis

Leona Lewis è senza ombra di dubbio una delle star di maggior successo uscite da un talent show e che continua a mandare avanti la sua carriera, anche se con un forte calo rispetto al debutto. Con il terzo studio album, Glassheart, Leona ha subito una battuta d'arresto essendo il suo primo disco a non debuttare alla #1 e non raggiungere la certificazione Platino in UK, nonostante fosse un album estremamente valido. Simon Cowell, mentore e presidente della Syco, etichetta sotto cui era Leona, suggerì alla cantante di puntare su un disco natalizio che, nel 2013, riuscì ad ottenere un discreto successo, arrivando alla certificazione Oro. Da qui iniziarono diversi problemi tra l'artista, la sua etichetta e Cowell stesso, che terminò con l'abbandono di Leona dalla Syco e la firma con la Island Records. 
Da questo nuovo matrimonio professionale è uscito I Am, quinto studio album della cantante inglese che ha ottenuto, a livello commerciale, risultati ancora più deludenti rispetto a Glassheart, ma probabilmente non era neanche l'intento della Lewis quello di creare un album scala classifiche.


Thunder: L'album si apre con il terzo singolo (secondo per il mercato statunitense). Si tratta di una power ballad il cui tema centrale è quello di trovare la forza di rialzarsi dopo un momento difficile e il self-empowerment (tema centrale di tutto il disco). Alcuni critici hanno ipotizzato che le lyrics si riferiscano proprio ai dissapori avuti con Simon Cowell. Brano potente e convincente. 7/8
Fire Under My Feet: primo singolo estratto ed è una uptempo che incorpora elementi gospel e un caratteristico clappy-beat. Questa canzone è una sorta di inno all'essere forti e scoppiettanti, pronti a conquistare tutto e tutti! Vocals incisivi come il messaggio che trasmette, ma come lead single non è esattamente il top. 8-
You Knew Me When: Qui troviamo Leona nel suo ambiente naturale: un piano-driven ballad, lenta, piena di emozione, timeless, scritta da Diane Warren. Sempre seguendo il fil rouge del disco, in questa canzone Leona si presenta come una nuova donna, una donna che è cambiata dopo aver dovuto sopportare troppo. Stupendi e vocals e in generale molto emozionante. 8.5
I Am: brano azzeccatissimo per dare il titolo all'album. Anche qui troviamo lo stesso tema dei primi brani, e anche qui possiamo trovare riferimenti a Simon Cowell e alla sua uscita dalla Syco. Dance-influeced midtempo con lyrics abbastanza aggressive e convincenti. Molto bella la produzione, uno degli highlights del disco. 8/9
Ladders: Nonostante il tema generale non cambi molto, questo brano è una ventata di aria fresca per la produzione elettronica frizzante e simpatica che ricorda quasi i jingle dei videogiochi. Bel ritmo, canzone molto catchy e più poppish rispetto a Thunder e Fire Under My Feet, non sarebbe stato male estrarlo come singolo. 8+
The Essence Of Me: Un bel brano che parla di libertà, liberarsi dalle catene e sentire la vera essenza di se stessi. Il messaggio, anche se un po' ripetitivo, è posto in modo lievemente diverso e comunque funziona. Tuttavia la canzone in generale non brilla eccessivamente all'interno del disco. 7+
I Got You: Uptempo dance con influenze disco e gospel che finalmente parla di amore, o quanto meno, di dare affetto, aiutare, esserci per qualcuno in difficoltà. Il brano è piacevole da ascoltare, ma i vocals a tratti sono abbastanza eccessivi e potrebbero un stancare. 7+
Power: un altro highlights del disco.  Bellissima produzione di James Eliot che insieme alla voce modificata di Leona, piena di echi e riverberi, creano un'atmosfera molto evocativa. Da brividi gli acuti che si ascolano in questa canzone, soprattutto quelli finali. 9
Another Love Song: Dopo tutto il clima di ostilità che si è respirato fin dalla prima canzone, abbiamo un brano più leggero, sia nella produzione movimentata che nel testo. E sembra stupirsi anche Leona che canta "Never thought I'd write another love song"... e ha fatto benissimo a farlo perché è un brano estremamente piacevole! 8.5
Thank You: piano-driven ballad con la quale si conclude la standard edition. Come suggerisce il titolo, è una canzone di ringraziamento per i veri fans, grazie ai quali Leona è dov'è ora, e i quali non l'hanno abbandonata neanche nei momenti difficili. Bella e delicata dedica. 7.5
Thick Skin: anche qui, il titolo suggerisce di cosa parla il brano: si tratta di una ballad in cui Leona afferma di avere la pelle dura e ora non c'è nulla che può ferirla, ne parole, ne pugnalate. Canzone molto bella, come produzione ricorda piacevolmente la Leona dei primi due album. 8+
The Best And The Worst: ultima bonus track (o meglio, ultimo brano inedito, perché tra le bonus ci sono anche versioni acustiche dei singoli). Ballad dal gusto blues, l'atmosfera che si respira è quella di un elegante lounge in cui Leona delizia gli ospiti con la sua soave voce. Il brano parla di ricavare il meglio dopo una rottura, che può essere di varia natura considerando il resto del disco. 7.5

Pare evidente che Leona non abbia avuto l'intenzione di rilasciare un album con lo scopo di vendere e produrre hit singles, anche perchè nessuna delle canzoni ha davvero le potenzialità per arrivare in vetta alle classifiche, visto anche il momento di bassa popolarità della cantante; bensì quella di fare un album per se, che raccontasse di lei, della donna che è oggi e di ciò che ha passato. Lodevole da una parte, ma dall'altra la ripetitività del raccontare le sue vicissitudini con la ex-label e il relativo boss, stanca e crea un aria pesante che non è piacevole da sopportare in più di 3-4 brani. Prese singolarmente le tracce non sono male, alcune più interessanti, altre più basic, ma comunque piacevoli e nell'insieme il disco risulta molto coeso sia in sound che in testi. 7/8

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