lunedì 13 giugno 2016

#PrayForOrlando

Notizie di questo genere sono difficili da scrivere e non si dovrebbero più leggere, ma non si può far finta di niente ed è giusto porgere un pensiero a chi ha perso la vita mentre celebrava la vita e l'amore.


Nella notte di domenica 12 Giugno, un uomo, Omar Mateen di 29 anni, cittadino americano, ma di origini afgane, si è introdotto, armato, all'interno del noto locale gay Pulse a Orlando, Florida, aprendo il fuoco sulla folla di ragazzi che stavano ballando, bevendo, chiacchierando come facciamo tutti noi il sabato sera.
Il drammatico bilancio conta 50 morti e 53 feriti, numero che però sembra destinato ad aumentare a causa delle gravi condizioni di alcuni ragazzi rimasti coinvolti.
Non è ben chiaro se il killer abbia agito per conto dell'ISIS (che ne ha lodato l'operato), ma è certo che questa strage ha radici di odio e omofobia.
Quest'attacco va sicuramente visto come un atto di terrorismo verso l'intera popolazione, ma non si può tacere o non dare importanza al fatto che si stata colpita la comunità LGBT, ancora presa di mira e ancora soggetta a terribili episodi di odio, nati dall'ignoranza, dopo anni di lotte e conquiste dei diritti. Siamo nel 2016, l'omosessualità è una realtà che non può e non deve rimanere ancora nascosta per vergogna e paura. I veri malati, i veri sbagliati, sono gli omofobi e non si possono più tollerare queste violenze in nome di un dio, contro una razza, una religione o un orientamento sessuale.
Chiaramente tutto l'appoggio e il cordoglio va alle famiglie, agli amici, ai fidanzati che hanno perso la persona che amavano, con la speranza che si fermino al più presto queste stragi di innocenti.

We are beautiful in every single way 

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