giovedì 17 aprile 2014

TBT - Review: Bionic - Christina Aguilera

Era il 2010 quando Christina Aguilera rilasciò il suo sesto album di studio intitolato Bionic. Il disco fa seguito al grande successo ottenuto con Back To Basics e ad un importante evento nella vita personale dell'Aguilera: la nascita del suo primogenito Max.
A differenza del precedente album, il cui tema e sound erano riferiti agli anni '20, '30 e '40, per Bionic Christina vuole sperimentare, rinnovandosi sia nell'immagine che nella musica, e optando per qualcosa di elettronico e futuristico, senza però rinunciare a elementi organici per le ballad.
Per varie vicissitudini, l'album fu un flop, ma è considerato dai fans come uno dei migliori, se non il migliore, della sua carriera; a penalizzarlo, oltre ad alcuni attacchi da parte dei media e l'immagine di se decisamente provocante e spinta, è stato forse la tempistica sbagliata con il quale è uscito e una scelta dei singoli decisamente poco azzeccata.


Bionic: Apre il disco la title track e i presupposti di futurismo ci sono tutti. Vocals nelle strofe modificati a dare una sensazione di robotico e "spaziale", arricchita da echi che creano un'ottima atmosfera. Questo brano dà proprio l'imprinting di ciò che sarebbe il tema dell'album, per questo motivo sarebbe dovuto essere il lead single, presentando la nuova Xtina. 8/9
Not Myself Tonight: ultima canzone registrata, ma primo singolo estratto. La storia che sta dietro la canzone l'ha raccontata Christina stessa dicendo che durante le riprese di Burlesque era entrata talmente tanto nel personaggio da non sentirsi più stessa, e voleva ricreare questa sensazione in musica. Uptempo electro-pop, dagli interessantissimi suoni "tribali" nell'outro della canzone affiancati da sensuali ansimi dell'Aguilera. L'immagine estremamente provocante e fetish che la cantante ha adottato per il video (tributo a vecchie clip di Madonna), è senza dubbio stato un punto a suo sfavore. 8.5
WooHoo (feat. Nicki Minaj): Uptempo elettronica/hip hop/urban dal testo estremamente esplicito che parla di ricevere sesso orale. Nonostante il tema decisamente spinto, il brano ha da subito presentato un buon riscontro e potenziale, forse anche per la presenza della Minaj, in quel momento sulla cresta dell'onda del successo. In ogni caso un ottimo pezzo con un ottima produzione. 8.5
Elastic Love: Il brano più particolare e sperimentale dell'album. I vocals sono pesantemente modificati, ma si amalgamano alla perfezione con la base elettronica e "futuristica". Produzione davvero interessante creata da Switch e testo a cui ha collaborato M.I.A.. Forse non è tra le canzoni più catchy e quindi tra quelle che si ascoltano di più, ma ciò non toglie la grande qualità. 8/9
Desnudate: con questo brano si entra in una tripletta di pezzi tutti prodotti da Tricky Stewart. Uptempo elettronica dai beat pesanti con l'uso di sound latineggianti che richiamano sia il titolo che alcuni versi del testo. Lyrics anche qui molto esplicite e a sfondo sessuale. Estremamente coinvolgente e sensuale, una nuova Dirrty. 8/9
Glam: Introdotta dall'intro "Love & Glamour", questa mid/uptempo parla di fashion, glam e sentirsi sexy, motivo per il quale è stata anche accostata a Vogue di Madonna. I primi rumors riguardo il lead single indicavano proprio questo brano come possibile scelta, e forse, con un video meno spinto rispetto a Not Myself Tonight, c'erano buone possibilità di ricevere riscontri positivi. 8.5
Prima Donna: Uptempo electropop con influenze urban. Brano estremamente potente, tanto nella produzione quanto nel testo, che rappresenta una sorta di inno sulle donne forti (tema, quello del femminismo, molto caro e utilizzato dall'Aguilera). Sarebbe stato un ottimo singolo di chiusura dell'Era Bionic. 8.5
Sex For Breakfast: brano introdotto dall'intro "Morning Dessert". Si tratta di una slowjam prettamente R'n'B, caratterizzata da una bella base che mischia in modo armonioso molti elementi sia organici che elettronici; ricorda molto lo stile dell'album Stripped. Nonostante sia un buon pezzo e il tema sessuale sia abbastanza ricorrente in Bionic, lo stile si discosta troppo dal resto, rendendo questa canzone un outsider troppo marcato e per questo non riesce a convincere appieno nell'insieme dell'album. 8-
Lift Me Up: Scritta e prodotta da Linda Perry (colei che diede vita a Beautiful), questa ballad è una tra le migliori dell'album e della carriera di Christina. La produzione è perfettamente in linea con lo stile elettronico dell'album, mantenendo comunque elementi organici. Vocals a tratti potenti, a tratti delicati, le lyrics, con l'interpretazione magistrale di Christina, rendono il brano da brividi (in particolar modo il bridge) e molto emozionante. 9+
All I Need: Altra ballad, dai vocals molto dolci e una base molto soft e raffinata. Un brano senza dubbio piacevole, che richiama lo stile di alcune ballad di Back To Basics. Di certo non è un brano "da classifica", nel senso che è più "da salotto" in quanto è molto piacevole da ascoltare e crea una bella atmosfera, ma non ha grosse potenzialità commerciali. 7.5
I Am: Molto belli gli archi nell'intro che ricorrono per tutta la canzone. Anche qui una ballad molto raffinata e delicata, con una bella base che ha continui cambi di elementi (anche qualche lieve accenno elettronico in linea con l'album). I vocals sono perfettamente integrati con la base, nessun acuto urlato, ma solo note alte delicate. 7/8
You Lost Me: secondo e ultimo singolo estratto dall'album (rilasciato tra l'altro in estate, periodo poco fortunato per le ballad). La canzone è appunto una ballad anche questa molto raffinata, ma più radiofonia rispetto alle due precedenti. Produzione elegante e vocals che man mano che la canzone avanza, passano dall'essere soft e delicati a potenti e strong. L'interpretazione è sentita e molto emozionante. 8/9
I Hate Boys: si ritorna a ritmi più movimentati dopo una pausa durata 5 canzoni (forse un po' eccessivo come stacco). Uptempo elettropop molto cathy che entra facilmente in testa, ma abbastanza scontata come produzione, o almeno, non riesce a competere con le uptempo di apertura. 7.5
My Girls (feat. Peaches): uptempo molto interessate la cui produzione è stata affidata a Le Tigre. Non ci sono beat e bassi troppo potenti e questo rende la canzone molto piacevole ed in un certo modo elegante; i versi rap di Peaches non sono troppo invadenti, ma forse non erano necessari. Il tema principale è sempre quello del female empowerment. 8
Vanity: per quanto riguarda la base si può affermare che sia l'opposto della precedente: beat pesanti e sound più sporco e rude. Il testo è una sorta di auto-celebrazione in cui Christina si proclama la flyest bitch of them all. Simpatico il verso finale di suo figlio Max che alla domanda di Christina "Who owns the throne?" risponde "You do mommy!". 8+
Tra le Bonus Track spiccano senza dubbio Birds Of Prey, stupenda midtempo firmata dai Ladytron che è quasi una Frozen degli anni 2000, davvero stupenda; Bobblehead, un traccia interessante e strana, ma molto d'impatto, uptempo electropop/urban/hip hop assolutamente coinvolgente e martellante; e Stronger Than Ever, ballad rock che in effetti come stile rientrerebbe poco con il concept dell'album, ma che presenta un testo meraviglioso ed emozionante, reso perfettamente dall'interpretazione di Christina che nelle ballad dà sempre il meglio di se. 

In conclusione, Bionic è stato uno degli album più sottovalutati e bistrattati (insieme a Blackout di Britney Spaers) degli ultimi anni nel mondo del pop. Senza dubbio è stato un progetto coraggioso, specialmente nel sound, ma troppo penalizzato da scelte errate sia di singoli, che di immagine, che anche di tracklist (troppo impegnativo un blocco di 5 canzoni lente una di seguito all'altra). Solo ora Bionic viene apprezzato e se ne individua il vero potenziale, peccato che sia stato il primo passo del declino commerciale di Christina (che ci auguriamo di vedere ancora al top delle classifiche mondiali). Voto complessivo: 8.5

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