Tra i comeback più attesi di quest'anno c'era sicuramente quello di Kesha. La cantante, che ha dominato le scene musicali tra il 2009 e il 2013 con hit del calibro di Tik Tok, Blow e Die Young, ha poi subito una secca battuta d'arresto dal 2014 quando, oltre a combattere contro dei disturbi mentali, iniziò un'aspra battaglia legale con Dr. Luke, producer con il quale aveva firmato un contratto per diversi album sotto la sua etichetta discografica, la Kemosabe. Kesha accusò il produttore di violenza sessuale e psicologica, dall'altra parte Luke fece in modo che la cantante non pubblicasse più materiale se non sotto la sua label e prodotto da lui.
Questa spiacevole situazione si è conclusa lo scorso anno con il ritiro delle accuse da parte di Kesha, per la volontà di concentrarsi su nuova musica, e l'allontanamento di Dr. Luke come CEO della Kemosabe.
Ora Kesha è finalmente libera di proporre la sua nuova musica e soprattutto è libera di proporre la musica che più la rappresenta e che l'ha ispirata fin da piccola; è facilmente intuibile che i temi di questo terzo album, intitolato Rainbow, sono riconducibili agli ultimi anni bui e difficili e rappresentano il passaggio dalla tempesta all'arcobaleno.
Bastards: Il disco si apre con una guitar-driven ballad, scritta interamente da Kesha. Il testo, come molti altri del disco, porta un messaggio importante, e in questo caso è un brano contro il bullismo e contro le cattiverie che ognuno di noi subisce ogni giorno, ma che non devono abbatterci. Molto belli l'interpretazione e l'intensità, introduce abbastanza bene nell'atmosfera dell'album, ma non è così incisiva come pezzo d'apertura. 7.5
Let 'Em Talk (feat. Eagles Of Death Metal): Seppur presentando un tema praticamente identico al brano precedente, la traccia #2 è una vera e propria bomba! Si tratta di una potentissima uptempo rock'n'roll dalla carica travolgente. Nel brano è presente il primo featuring con il gruppo rock californiano Eagles Of Death Metal, e visto l'ottimo risultato, non è difficile immaginare Kesha in questo genere di canzoni per album futuri. 8.5
Woman (feat. The Dap-Kings Horns): Si cambia totalmente genere con una divertente e solare uptempo soul-funk, arricchita dalle trombe del gruppo Dap-Kings. Il testo è un inno alle donne, alla loro forza e alla loro indipendenza, la cui ispirazione è venuta a Kesha dopo il commento riguardo il "pussy grabbing" di Donald Trump. Pubblicato come promo single, nel video la cantante canta e si diverte in un completo oro luccicante all'interno dell'Oddity Bar in Delaware. 8.5
Hymn: Si abbassa il ritmo con un low-tempo caratterizzata da synth beat. La canzone, come cantato nel testo, è un inno per chi non ha un inno, per tutte le persone che non si sentono capite o non rispettate per ciò che sono o ancora che non riescono ad adattarsi. L'interpretazione di Kesha è molto sentita perché lei stessa si dichiara essere una di loro. 7.5
Praying: Primo singolo che ha segnato ufficialmente il ritorno di Kesha dopo la dura ed estenuante battaglia legale con Dr. Luke; ed è proprio di questo che parla questa stupenda ballad prodotta da Ryan Lewis. L'intensità, l'interpretazione, le emozioni che Kesha ha messo in questo pezzo sono indescrivibili e il risultato non è solo uno dei brani migliori della sua carriera, ma uno dei comeback single migliori di sempre. 9.5
Learn To Let Go: Altro promo single pubblicato prima dell'uscita del disco. Ritroviamo la Kesha electropop di qualche anno fa in questo brano upbeat che, più che una canzone in cui trovare ispirazione, deve essere un vero e proprio mantra da ripetersi ogni giorno per vivere meglio: lasciare andare le negatività, gli errori e i risentimenti per non esserne sempre più avvelenati. 8
Finding You: Accantoniamo per un attimo i temi più strettamente personali e sociali, per ascoltare una classica love song. In questa power ballad caratterizzata da un riff di chitarra molto particolare, Kesha afferma che una sola vita non basta per stare con le persone che si amano, quindi, nella credenza di una vita dopo la morte, le anime si troveranno di nuovo. Non più di un album track, neanche troppo incisiva. 7
Rainbow: Title track che per Kesha rappresenta molto più di una semplice canzone. La cantante scrisse questo pezzo durante la sua permanenza in rehab per disturbi alimentari e, trovandosi sola e abbattuta, scrivendo questa canzone fece una promessa a se stessa, la promessa che le cose sarebbero andate meglio. Ballad dalla produzione, nella parte iniziale, piuttosto spoglia e cruda proprio a simboleggiare il senso di solitudine, per poi arricchirsi di strumenti orchestrali a donare speranza e buoni propositi per il futuro. 8
Hunt You Down: Tra le varie ispirazioni musicali nel passato di Kesha c'è stato anche il country. In questo brano, dal sound decisamente country, la cantante ha voluto mettere in versione femminile le classiche canzoni di cowboy, viste dal punto di vista maschile, sul tema del tradimento. Il risultato è un pezzo accattivante che, nell'ottica di proporre la vera Kesha, non stona affatto nell'album, ma non rappresenta materiale da single. 7.5
Boogie Feet (feat. Eagles Of Death Metal): Seconda collaborazione con il gruppo Eagles Of Death Metal e altra accattivante uptempo rock'n'roll dal piglio aggressivo. Per questo brano Kesha voleva qualcosa di divertente e strambo e così, con l'aiuto di mamma Pebe Sebert e Drew Pearson, è nata questa canzone tutta da ballare e da scatenarsi. Un'ulteriore dimostrazione di quanto Kesha sia portata per questo genere musicale, molto più dell'electropop di inizio carriera. 8
Boots: Passiamo ora ad una canzone dall'atmosfera piuttosto sensuale che parla del suo ragazzo, conosciuto grazie alla sua stylist. Kesha afferma di aver incontrato uomini molto interessanti e cool in giro per il mondo, ma da quando ha conosciuto quello attuale, si sveglia ogni giorno con lui. Molto bella la produzione, forse la più interessante del disco, e potenziale singolo con la possibilità di creare un mini-film coi fiocchi come video. 8.5
Old Flames (Can't Hold A Candle To You) (feat. Dolly Parton): Per onorare ancora il suo retaggio country, Kesha ha deciso di fare una cover di un brano di Dolly Parton, la quale figura anche come featured artist. Questa canzone rappresenta molto per la famiglia della cantante, in quanto la madre Pebe Sebert, fu una delle autrici della versione originale. Molto piacevole da ascoltare, soprattutto il climax finale dove le due artiste si lanciano in vocalizzi sempre più potenti. 8
Godzilla: Brano molto strano e particolare, dalla durata di poco più di due minuti. Il testo è stato scritto dalla madre anni fa e Kesha ne è sempre rimasta affascinata e ha deciso di inciderla per Rainbow. Piacevole da ascoltare anche grazie ai vocals dolci di Kesha, ma alla fine rimane il pensiero: "cos'ho appena ascoltato?". 7+
Spaceship: Ultimo brano che chiude il terzo disco di inediti di Kesha. Si tratta di un'altra canzone di ispirazione country, che si ispira ad un avvistamento di UFO che la stessa cantante ha sperimentato. In questo pezzo, Kesha si immagina che quando sopraggiungerà la morte, una navicella venga a prelevarla, anzi a riprenderla dopo averla lasciata sulla terra, e tutto il dolore della terra sarà solo un lontano ricordo. Sicuramente un tema curioso e bizzarro. 7.5
Per concludere, Rainbow è un album che, a differenza dei precedenti, non segue un sound omogeneo, ma piuttosto è una compilation di tutti i generi che hanno ispirato la cantante fin da bambina. Non manca niente, dalle uptempo divertenti e scatenate come Woman e Let 'Em Talk, alla ballad struggenti come Praying e Rainbow, dai temi più frivoli a quelli più profondi e importanti, Kesha ha messo tutta se stessa in questo disco e l'ascoltatore lo percepisce. Quindi aldilà di possibili critiche su un brano o un altro, ciò che veramente importa è che Kesha ha effettuato un comeback coi fiocchi, confezionando un disco che merita davvero di essere ascoltato perché mostra le vere qualità artistiche della cantante, rimaste fino ad ora troppo nascoste. 8.5
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