Se diamo uno sguardo indietro a 6-7 anni fa, tra gli artisti di maggior successo di quel periodo non possiamo non citare Kesha. La cantante originaria di Nashville ha dominato la scena musicale mainstream tra il 2009 e il 2012 con hit del calibro di Tik Tok, Take It Off, Blow e Die Young, conquistando anche record e certificazioni prestigiose. La sua carriera ha subito però una dura battuta d'arresto quando, nel 2014, iniziarono una serie di problemi personali e legali: Kesha infatti accusò di violenza fisica e psicologica il producer Dr. Luke, fautore della maggior parte delle sue canzoni e fondatore della Kemosabe Records (di proprietà della Sony), label con la quale la cantante aveva firmato un contratto.
La battaglia legale, consumata tra aspre e infelici dichiarazioni, si è conclusa dopo più di un anno quando Kesha fece cadere tutte le accuse per porre fine ad una vicenda piuttosto pesante e concentrarsi su nuova musica. Dr. Luke, seppur uscito "vincitore" dal tribunale, è stato poi licenziato dalla Sony come CEO della Kemosabe, principalmente per pressioni esterne e danno di immagine.
Kesha, nonostante sia ancora legata alla sua vecchia etichetta, può finalmente farci ascoltare nuova musica e non possiamo che esserne felici!
Il nuovo brano, il primo come main artist da 4 anni, si intitola Praying ed è il lead single che anticipa l'uscita del suo quarto album intitolato Rainbow, in vendita a partire dal 11 Agosto.
La canzone, prodotta da Ryan Lewis, è una piano ballad che cresce di intensità sul finale. Il testo è un chiaro riferimento al periodo buio che la cantante ha passato e che, nonostante il dolore, l'ha resa una persona più forte e in grado di farcela da sola; un empowering anthem quindi, la cui interpretazione da parte di Kesha è molto intensa e potente con vocals davvero sorprendenti che non avevamo avuto il piacere di sentire in passato, in quanto penalizzati da produzioni elettroniche martellanti.
Anche il video, diretto da Jonas Akerlund, rappresenta una svolta rispetto al repertorio passato della cantante: in netta contrapposizione al video di Die Young pieno di simboli satanici, Prayer è ricco di riferimenti biblici. Un intro parlato in bianco e nero racconta la sofferenza e l'abbandono vissuto dalla cantante, poi colori vivaci fanno da sfondo alla rinascita di Kesha che finalmente, dopo aver combattuto i suoi demoni, ha ritrovato una nuova pace.
Questa Praying segna un comeback sicuramente positivo, mostrandoci un lato più artistico della cantante con un brano davvero ben fatto e ispiratore.
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