domenica 11 giugno 2017

Review: Witness - Katy Perry

Katy Perry è senza dubbio una delle regine di questi ultimi anni. La sua carriera è iniziata circa dieci anni fa col singolo I Kissed A Girl e da allora la cantante ha inanellato una serie infinita di successi e record. Il suo ultimo album, Prism, è stato pubblicato nel 2013 e, ad oggi, è stato certificato Platino e multi-Platino nei mercati discografici più di rilievo.
Dopo un periodo di pausa dai riflettori alla fine del Prismatic World Tour nel 2015, la Perry è tornata quest'anno con un nuovo progetto e, per la prima volta, con una nuova immagine: i lunghi capelli corvini, che l'anno contraddistinta in questi anni, hanno lasciato il posto a un taglio cortissimo biondo platino. Il cambiamento è evidente anche nello stile della musica contenuta in Witness: come vedremo nel dettaglio, i ritmi catchy e le produzioni pop confezionate a regola d'arte per lanciare una hit, sono stati sostituiti da sound più elettronici più aggressivi e dark. Questa, come dichiarato da Katy, è una trasformazione inevitabile avendo lasciato i suoi 20 anni ed essendo entrata nei 30.


Witness: L'album si apre con la title track. Si tratta di una mid-to-uptempo dance, caratterizzato da un sound prettamente elettronico, un bridge dall'atmosfera evocativa e un finale fischiettato. Nel brano Katy è alla ricerca di un compagno che possa farle da testimone nella sua frenetica vita da popstar. Buon pezzo d'apertura, ma forse non così incisiva da dare il titolo ad un album. 7+
Hey Hey Hey: Potente uptempo EDM, con forti influenze dubstep, prodotta, come il brano d'apertura, dalla coppia Max Martin e Ali Payami, i quali hanno creato per la Perry alcuni dei suoi maggiori successi. Tra gli autori figura anche Sia, e il testo si configura come un inno femminile in cui Katy mette in luce il dualismo caratteristico di ogni donna: all'aspetto morbide e fragili, ma con un carattere forte come una tempesta. Potenziale singolo. 8.5
Roulette: Brano interessante, prodotto dal duo precedente con l'aiuto di Shellback, dal sound elettronico molto anni 90. Katy utilizza la roulette e il lancio dei dadi come metafora per lasciarsi andare a una notte di passione con un ex amante, senza pensare ai possibili rischi, ma solo a godersi il momento. 8
Swish Swish (feat. Nicki Minaj): Prima collaborazione del disco e prima volta che Katy duetta insieme a Nicki Minaj all'interno di un brano. Swish Swish è una uptempo EDM, con influenze house, il cui testo parla di evitare le negatività senza senso, rispondere agli haters e rimanere vincenti. La canzone è stata estratta come terzo singolo ed è confermato dalla stessa Perry che rappresenta la risposta a Bad Blood di Taylor Swift, pubblicata nel 2014. L'atmosfera un po' cupa e gli effetti applicati alla voce di Katy nel chorus creano un bel mix, quantomeno inedito per Katy. 8
Déjà Vu: Midtempo EDM/house, dalle atmosfere 80s, prodotta da Hayden James in cui Katy racconta di una relazione amorosa stagnante, in cui tutti i problemi e le discussioni si ripetono in loop. I bassi incalzanti e il cantato un po' trascinato, creano un mix particolare che sembra far vivere all'ascoltatore quella sezione di ansia e tormento che si prova nella situazione descritta. Sicuramente non è single material, ma è una buona album track. 7/8
Power: Passiamo ora ad una traccia piuttosto interessante sotto il profilo del sound. La produzione, curata da Jack Garratt, giovane cantante e autore inglese, è ricca di elementi elettronici, talvolta neanche troppo omogenei tra loro. L'atmosfera è piuttosto cupa, mentre il messaggio che lancia il testo è molto importante: riprendere in mano il proprio potere e valore quando si ha la sensazione di non essere trattati nel modo corretto. 7.5
Mind Maze: In questo brano Katy ha cercato di far uscire la sua Cher interiore. La voce ha subito molti effetti computerizzati e si muove su una base EDM downtempo. Il testo si riferisce al tentativo di trovare una via d'uscita da un dilemma. Si può vedere questa traccia come un "vorrei, ma non posso": un'idea c'era, ma non è stata sviluppata bene e il risultato è molto debole. 6
Miss You More: Arriviamo ora alla prima ballad del disco, e possiamo già dire, la migliore. La produzione è affidata al duo canadese Purity Ring, responsabili anche della traccia precedente, ma qui con un lavoro decisamente migliore. Il testo è malinconico e parla dei ricordi vissuti con un amore passato. Emozionante. 8
Chained To The Rhythm (feat. Skip Marley): Primo singolo estratto da Witness che ha ottenuto un discreto successo, ma decisamente inferiore rispetto ai lead single del passato. Si ripropone la formula Martin-Payami-Sia già vista in Hey Hey Hey, ma qui troviamo una produzione dance più solare e allegra, nonostante il testo sia una critica politica e sociale. Preso singolarmente è un buon pezzo, ma ascoltando tutto il disco, sembra un po' un pesce fuor d'acqua. 7/8
Tsunami: Brano abbastanza insolito per Katy, che ci ha abituato a canzoni pop con ritmi catchy e atmosfere leggere e frizzanti. La Perry utilizza la metafora dello tsunami, e in generale delle onde e del mare, per raccontare un incontro amoroso. La produzione è un slow-jam elettronica con influenze r'n'b creata dal maestro in questo genere: Make Will Made It. Sicuramente non un probabile singolo, ma è piacevole ascoltare la direzione decisamente diversa che ha preso la cantante con Witness. 7.5
Bon Appétit (feat. Migos): Secondo singolo estratto e, con molta probabilità, uno dei brani migliori del disco. In questo pezzo Katy sceglie la metafora culinaria per riferirsi ad un incontro sessuale, il tutto condito da una produzione dance/pop con influenze tropical. L'accoglienza nelle classifiche è stata gelida, ma non se lo meritava assolutamente. Bon Appétit rappresenta il giusto compromesso tra le hit catchy del passato e la nuova Katy di Witness. 8/9
Bigger Than Me: Passiamo ad un altro brano molto interessante. In questa canzone Katy riflette su se stessa cercando di trovare uno scopo nella vita; secondo alcune fonti, pare che questo brano si riferisca alle recenti elezioni americane in cui Hillary Clinton ha perso e durante le quali la Perry è stata molto attiva sostenendo la candidatura della rappresentante democratica. La canzone nel suo complesso è molto evocativa, nonostante i beats elettronici. 8.5
Save As Draft: Qui ritroviamo molto della vecchia Katy, musicalmente parlando. Si tratta di una power ballad in cui la cantante mette in luce tutti gli sforzi che ognuno di noi si è trovato a fare quando, appena si è conclusa una relazione, si ha la volontà di scrivere al proprio amato, ma poi si cancella il messaggio perché vorrebbe dire solo riaprire una ferita. 8+
Pendulum: Dopo tanta oscurità, vediamo un raggio di sole con questo brano dal ritmo allegro e frizzante, con influenze gospel. Come Swish Swish, il tema è evitare la negatività e trovare la forza nelle situazioni e nelle persone che ci abbattono. In se è piacevole da ascoltare, ma arrivati a questo punto del disco suona abbastanza debole e non ben amalgamata al sound del resto dell'album. 6.5
Into Me You See: ultimo brano del disco nella sua versione standard internazionale. Si tratta di una piano driven ballad, molto delicata e romantica, in cui la cantante esprime l'amore verso il suo uomo che è riuscito ad abbattere i muri che lei si era costruita. Si tratta di un pezzo molto personale in cui Katy si mostra più aperta e vulnerabile rispetto al passato. 7
Dance With The Devil: Prima delle due bonus track presenti nelle versioni deluxe Target, Uk e Japan. Davvero un peccato che non sia nella standard edition perché, visto il tema generale dell'album e del sound, ci sarebbe stato molto bene. La produzione dark e dal carattere mistico è stata curata da Felix Snow e, sempre parlando di metafore, in questo caso il diavolo di cui parla la cantante è l'alcool in cui la Perry si rifugiava in passato per evadere dalla sua vita da popstar; ora, crescendo, si è resa conto che, non solo non le era d'aiuto, ma non ne sente nemmeno più il bisogno. 7/8
Act My Age: ultima bonus track che chiude definitivamente Witness. Questo brano sarà apprezzato dai nostalgici delle leggere produzioni pop, frizzanti e allegre a cui Katy ci ha abituati. Uptempo pop-dance in cui la cantante, nonostante entrando nei suoi 30 abbia compreso e abbracciato molte sue caratteristiche, continua in qualche caso a comportarsi come una ventenne per non perdere quell'entusiasmo e quell'immaginazione tipica delle età più giovani. In generale, nulla di così memorabile. 6/7

Probabilmente questa è una delle recensioni più benevole che si trovano sul web, ma il motivo è presto detto: è ovvio che se ci si aspetta una compilation di potenziali hit come Teenage Dream o Prism, la delusione è inevitabile e Witness non può entusiasmare molto. Se però lo si guarda con occhi diversi, pensando a ciò che Katy vuole trasmettere, e cioè un cambiamento che parte dal passaggio tra i 20 e i 30 anni, e quindi verso una nuova consapevolezza di se, ma anche dal volersi distaccare un pochino dal personaggio Katy Perry, colorato e, forse, un po' artefatto, in favore della vera se stessa, e quindi Katheryn Hudson, ecco che Witness diventa la testimonianza di questo cambiamento e di questa crescita.
Viste le premesse, è già praticamente impossibile che questa Era possa ottenere lo stesso successo delle precedenti, ma, giunti al quinto album, una svolta era necessaria e, tutto sommato, è stata una svolta sensata e fatta bene. 7/8

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