venerdì 4 ottobre 2013

Review: The 20/20 Experience part 2 - Justin Timberlake

Anni di silenzio discografico per dedicarsi alla carriera di attore, per poi recuperare con due dischi all'anno, a 6 mesi di distanza l'uno dall'altro. Questa è stata la l'inaspettata e piacevole tattica utilizzata di Justin Timberlake. Come per il primo capitolo, alla produzione troviamo l'amico Timbaland che ha messo la mano ad ogni traccia, ma a differenza della prima parte, questo disco è maggiormente uptempo e catchy, quasi un ritorno a FutureSex/LoveSound, senza però perdere in qualità.



Gimme What I Don't Know (I Want): l'inconfondibile tocco Timbalad si inizia a respirare dalle prime note. Midtempo dalla produzione particolare che riprende un po' il sound di alcuni brani presenti nel primo capitolo, quindi mischiando un gusto retrò con suoni moderni e beat tipici di Tim. Si respira un mood abbastanza dark con lyrics che giocano sul doppio senso giungla/sessualità. Stupenda la produzione nel middle8. 7/8
True Blood: Capolavoro indiscusso del disco. Uptempo in cui Timbaland si esprime al meglio come produttore adottando suoni diversissimi tra loro (anche dal sapore orientale) e mischiandoli sapientemente creando un gioiello musicale. Le allusioni sessuali questa volta riguardano il mondo dei vampiri e i vocals di Justin sono decisamente sensuali. Per questo brano si sono utilizzati anche riferimenti a Thriller di Michael Jackson, dal bridge parlato in maniera inquietante, alle risate diaboliche. L'unica critica è l'eccessiva lunghezza, si riesce ad ascoltare senza problemi fino a 7 minuti, poi diventa eccessivo il prolungamento e troppo ripetitivi sia la produzione che i vocals. 9+
Cabaret (feat. Drake): Si ritorna al mood retrò e spiccatamente R'n'B che aveva caratterizzato la prima parte. Buona la produzione, ma il brano rimane troppo debole e neanche il featuring di Drake riesce a far decollare la canzone. Con una collaborazione del genere in cantiere poteva nascere qualcosa di più particolare e potente. 6/7
TKO: secondo singolo estratto da questa seconda parte. Ottimo pezzo R'n'B/Pop dal sound Urban. Justin utilizza la metafora di un incontro di box per esprimere come la sua amante si sia trasformata in un nemico. Anche qui forse la lunghezza è eccessiva, per fortuna esiste un'ottima Radio Edit che ci fa apprezzare il brano senza che ci stanchiamo. 8.5
Take Back The Night: primo singolo estratto che, se doveva dare un'idea generale di come sarebbe stato l'intero disco, ci ha ingannato tutti. La canzone è una uptempo dal tipico sound dancefloor '70/'80 che rimanda immediatamente a brani del passato e in particolare a Off The Wall del re del pop. Assolutamente piacevole e senza tempo, ma appunto poco coeso con il resto delle tracce. 8.5
Murder (feat. Jay-Z): Uptempo urban in cui, ancora una volta, Timbaland stupisce mischiando diversi suoni tra loro in maniera assolutamente perfetta. Immediatamente si associa questa traccia ad un'altra in cui Jay-Z partecipò tempo fa: Upgrade You della moglie Beyoncè; l'utilizzo delle trombe e il sound urban sono decisamente simili. Davvero un ottimo pezzo. 8
Drink You Away: si calmano i toni con questa midtempo caratterizzata dalla chitarra, e dal gusto quasi country. Justin spera di dimenticare colei che gli ha spezzato il cuore utilizzando la metafora di berla, ma poi svegliandosi con la sbronza a ricordargli che lei è ancora lì a tormentarlo. Molto piacevole come brano, si discosta decisamente dal mood del disco e anche da quello generale confezionato per The 20/20 Experience. 7/8
You Got It On: prima ballad del disco dal gusto tipicamente R'n'B classico. Buonissimi i vocals di Justin in cui utilizza molto il falsetto. Probabilmente gli amanti dell'R'n'B lo ameranno, gli altri un po' meno. 7
Amnesia: Seconda ballad/midtempo. Qui Timbaland è stato abile a mescolare i suoni dell'orchestra, in particolare violini, con i suoi classici beat. Il risultato è una traccia delicata, di classe, ma molto più moderna, catchy e apprezzabile da tutti rispetto la precedente. Bellissimi anche i vocals, ma la canzone è penalizzata come al solito dalla lunghezza. 8+
Only When I Walk Away: Traccia senza dubbio particolare a iniziare dalle modifiche alla voce che creano una distorsione tipo megafono. Queste modifiche, associate all'utilizzo di una chitarra elettrica di sottofondo, danno un mood quasi rock. Piacevole e insolita, ma come sempre troppo lunga. 7.5
Not A Bad Thing: chiude questa seconda parte del disco (versione standard) una midtempo/ballad dal gusto più spiccatamente pop, come lo fu Mirrors nella parte 1. Sembra di essere trasportati indietro nel tempo, agli inizi degli anni 2000. Catchy e assolutamente piacevole, in cui Justin assicura che non sarà così male innamorarsi di lui, promettendo di essere quel ragazzo che non farà soffrire la sua compagna rompendo le promesse, una bellissima dedica d'amore. 8.5 
A fine brano però c'è la sorpresa: una hidden track intitolata Pair Of Wings, a mio avviso inutile e soporifera, è un peccato che non si sia concluso il disco con Not A Bad Thing.
Blindless: Prima bonus track e unica traccia non prodotta da Timbaland. Si tratta di una slow R'n'B dal sound molto classico per il genere. Molto vicino allo stile e al mood di molte canzoni contenute nella prima parte. Sicuramente molto vellutata ed elegante, ma non un capolavoro, come bonus può andare bene. 7
Electric Lady: Seconda e ultima bonus. Si sente subito l'influenza di Timbaland alla produzione. Midtempo dal sound ricercato, i beat pesanti di Tim si fondono a suoni più leggeri e soffusi creando un'atmosfera particolare al brano. Ottima traccia, non sarebbe sfigurata all'interno della standard edition, magari al posto di Cabaret. 8

Con questa seconda parte Justin conclude la sue esperienza: il disco infatti è stato chiamato così in quanto le 20 tracce totali che caratterizzano il disco nella sua interezza sono state registrate in 20 giorni (appunto, The 20/20 Experience). Questo album è senza dubbio più veloce e per questo motivo anche più piacevole e meno pesante da ascoltare, le produzioni al suo interno sono variegate, ma comunque di altissimo livello, prima su tutte True Blood. Justin ci ha fatto patire diversi anni prima di tornare alla musica, ma lo ha fatto in modo davvero egregio, e l'idea del doppio album a distanza di 6 mesi l'uno dall'altro ci ha saziato della fame che avevamo della sua musica. Voto complessivo: 8.5

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