sabato 21 ottobre 2017

Review: Younger Now - Miley Cyrus

In origine ci fu Madonna a reinventarsi ad ogni album con cambi di sonorità e look, poi negli anni 2000 fu il turno di Christina Aguilera, che stupì con cambi di immagine totalmente opposti tra loro, e ai giorni nostri, l'artista più camaleontica che abbiano nel panorama musicale è senza dubbio Miley Cyrus. L'ex stella Disney ha cercato di scrollarsi di dosso l'immagine da Hannah Montana mostrando un lato più aggressivo con l'album Can't Be Tamed, ma fu con Bangerz, uscito nel 2013, che la Cyrus scandalizzò il mondo con un look e un atteggiamento decisamente spinto. Ora Miley, con il suo sesto album, compie un'ulteriore trasformazione, tornando ad essere una ragazza acqua e sapone, quella cresciuta in una fattoria del Tennessee. A questo cambio di immagine si accompagna anche un cambio di sound: dall'elettronico e urban Bangerz si passa ad un più organico e country sesto disco, il cui titolo esprime una ritrovata serenità e spensieratezza: Younger Now.




Younger Now: L'album si apre con la title track, nonché secondo singolo. Questa uptempo, dal gusto 50s, è un inno che parla dell'accettazione di se stessi, e in particolare al non sentirsi dispiaciuti per ciò che si è fatto in passato e abbracciare la persona che si è diventati nel presente. Un chiaro riferimento alla Bangerz Era che la cantante non rinnega, ma semplicemente considera una fase della sua vita. Nonostante il singolo abbia ottenuto un buon riscontro solo in Nuova Zelanda, il brano è decisamente piacevole. 8+
Malibu: Primo singolo estratto dall'album che parla della riconciliazione tra Miley e il suo fidanzato Liam Hemsworth, il quali si erano separati nel 2013. Midtempo pop-rock dal sound acustico e dall'atmosfera calda e spensierata, a rappresentare il ritrovato sentimento d'amore. Mondialmente il singolo ha ottenuto un buon successo ed è stato certificato Platino in mercati importanti quali Stati Uniti, Australia e Canada. 8.5
Rainbowland (feat. Dolly Parton): Primo e unico featuring all'interno del disco è con la madrina di battesimo di Miley, la regina del country Dolly Parton. Il brano parla di un utopico mondo, Rainbowland, in cui ognuno è libero di vivere per ciò che è e in cui tutto va secondo i piani. Una uptempo allegra, quasi infantile, che in realtà non esalta molto. Con un featuring del genere poteva uscire qualcosa di meglio, anche solo una cover di Jolene. 6.5
Week Without You: Tornano le sonorità anni '50 con questa break-up song, ispirata dal periodo di pausa che Miley e Liam si sono presi tra il 2013 e il 2016. Nel brano la cantante parla di cosa farebbe se passasse una settimana lontana dal suo fidanzato a seguito di un momento di crisi e, nonostante possano esserci momenti di divertimento, la realtà è che gli mancherebbe moltissimo. Brano piacevole, testo carino, ma con potenzialità che non vanno oltre all'album track. 7+
Miss You So Much: Prima ballad dallo stile country-pop. Miley ha scritto questo brano a seguito della morte di un amico per overdose e nel testo afferma che quando vuoi bene a una persona, puoi fisicamente vivere senza di lei, ma in realtà non mancherà così tanto perché in qualche modo rimarrà sempre vicino e presente. Toccante e dall'interpretazione molto sentita. 7
I Would Die For You: Dopo la morte viene celebrato l'amore con un'altra ballad. Una struggente dichiarazione d'amore nei confronti di Liam, in cui Miley ammette semplicemente che lui rappresenta tutto per lei e lei morirebbe per lui. Siamo al limite del banale e la produzione non è neanche troppo avvincente. 6
Thinkin': Fortunatamente risaliamo con l'entusiasmo, grazie a questa accattivante uptempo pop-rock. Nel testo, Miley si strugge a causa di una cotta presa per un ragazzo: lei pensa a lui fin troppo, lui sembra ignorarla. Chi non ha mai vissuto una situazione simile? Catchy e divertente, potrebbe essere un ottimo singolo. 8
Bad Mood: Passiamo ora al brano più particolare del disco. Miley, sempre alle prese con problemi e pensieri d'amore, si alza di pessimo umore continuando a pensare al suo ragazzo che non è con lei. Il bello di questo pezzo è senza dubbio la produzione, caratterizzata da un'atmosfera un po' cupa e da particolari percussioni nel chorus. 8.5
Love Someone: A dispetto di quanto si possa pensare dal titolo, si tratta di una break-up song. In questo caso Miley, su di una base pop-rock, canta di un amore finito dove lei ha dato senza ricevere niente in cambio, molto probabilmente perché non c'era amore dall'altra parte. Pezzo piacevole, ma con poche potenzialità. 7.5
She's Not Him: Altra ballad molto toccante e profonda nella quale Miley affronta il tema della bisessualità. La cantante, dichiaratasi pansessuale durante un'intervista, probabilmente in questa canzone si rivolge a Stella Maxwell, modella con la quale la Cyrus pare abbia avuto una liaison nel 2015. Nel testo Miley spiega che, nonostante lei sia una persona fantastica sotto molti punti di vista, il suo cuore appartiene ad un ragazzo e quindi non potrà amarla. Canzone intensa e malinconica. 7.5
Inspired: Ultimo brano che chiude il disco è una ballad che porta con se un bel messaggio positivo. Miley afferma che il rapporto con suo padre l'ha sempre ispirata e incoraggia l'ascoltatore a trovare la stessa ispirazione per essere delle versioni migliori di se stessi. Come nel brano Man In The Mirror, Michael Jackson affermava che se si vuole dare il via a un cambiamento, questo deve arrivare dalla singola persona, così Miley cerca di incoraggiare i fan a cambiare qualcosa anche se sembra un piccolo e inutile passo, in realtà non lo è. 7/8

In conclusione, Younger Now è un album piuttosto personale che mostra una Miley sicuramente più matura. Il passaggio da Bangerz era comunque doveroso, nel senso che per raggiungere una piena maturità di spirito e di testa, occorre anche sperimentare una maturità fisica e sessuale. Con Younger Now, la Cyrus esce da un periodo tormentato e torna a risplendere con lo stile musicale degli esordi e che ha sempre ascoltato da piccola, tuttavia il disco poteva essere sviluppato meglio. Senza dubbio la presenza di un solo produttore, Oren Yoel, ha dato all'album una coesione apprezzabile, ma al contempo ha appiattito tutti i brani facendo in modo che non ci sia nessun vero highlight. In ogni caso, è sempre apprezzabile un cambio di stile, per cui si ammira il coraggio di una giovane artista che non ha paura del cambiamento e di dire la sua opinione. 7+

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