martedì 28 ottobre 2014

Review: 1989 - Taylor Swift

Con il precedente album Red riuscì a rompere le barriere degli USA ed estendere il successo a livello globale con hit quali We Are Never Ever getting Back Together, I Know You Were Trouble e 22. Ora Taylor Swift è decisa a consolidare questo successo, e forse incrementarlo, con il nuovo album 1989. Come dichiarato dalla stessa cantante, con questo disco ha voluto abbandonare le sonorità country che l'hanno fatta conoscere e amare dal pubblico statunitense, in favore di sound maggiormente pop, contaminati da influenze 80s (che ben si adatta al titolo dell'album, anno di nascita della cantante).


Welcome To New York: L'album si apre con questa piacevolissima uptempo, prodotta da Ryan Tedder, dai forti richiami 80s. Come accade sempre con Taylor, i brani raccontano molto della sua vita, e questa canzone si riferisce al suo trasferimento nella Grande Mela, che l'ha anche ispirata per il sound del disco. Catchy, radio-friendly, perfetta da canticchiare in modo spensierato. 8+
Blank Space: Secondo singolo ufficiale. Midtempo prodotta da Max Martin e Shellback (che hanno curato la maggior parte dell'album) dal testo un po' malizioso con Taylor che scherza sulla lista dei suoi ex-lovers. Molto piacevole e come ritmo si adatta bene a questa stagione. 8+
Style: Bellissimo intro in pieno stile 80s con chitarra elettrica. Già dal titolo è facile capire i riferimenti del testo: è chiaro che Taylor parli della sua passata relazione con Harry Styles (storia che evidentemente ha lasciato un grosso segno su di lei). Ottima produzione, bel ritornello, la cui melodia rimane facilmente in testa. 8
Out Of The Woods: si continua a tenere il ritmo alto con questa midtempo elettronica prodotta da Antonoff e Martin. Anche qui ci sono riferimenti chiari alla relazione con Harry (si fa in particolare riferimento ad un ciondolo a forma di aeroplanino). Ritornello forse un po' troppo ripetitivo ma entra immediatamente in testa. Nel chorus la ripetitività, la produzione e i cori sotto, creano un'atmosfera particolarissima, che dà quasi un vibe tribale. 8.5
All You Had To Do Was Stay: altra splendida midtempo che parla di una storia finita, ma in cui ognuno di noi può relazionarsi. Molto catchy, non sarebbe male come singolo, ottimi tra l'altro i vocals di Taylor. Gli "stay" cantati in acuto poi sono una piccola delizia che danno proprio quel qualcosa in più al brano. 8.5
Shake It Off: Primo singolo ufficiale e hit mondiale che ha raggiunto la vetta di diverse charts mondiali e che in generale si è piazzata in moltissime top10. Uptempo pop/funk piena di energia e molto coinvolgente! Taylor con grinta e ironia se ne frega di tutti gli haters, che siano detrattori, ex fidanzati, players. Un inno. 8.5
I Whis You Would: midtempo che tratta ancora di una relazione finita. Taylor desidera ancora che il suo ex sia con lei, e che sappia che non lo dimenticherà mai. Una canzone su ciò che la cantante avrebbe voluto che succedesse e su ciò che vorrebbe accadesse. Catchy e con buone potenzialità da singolo. 8+
Bad Blood: Una delle canzoni più attese in quanto, dichiarato dalla stessa Taylor, "dedicata" ad una collega (visti i recenti trascorsi, la candidata più ovvia è Katy Perry). La Swift canta lyrics arrabbiate e piene di rancore che ben si adattano anche ad altre circostanze, per esempio rapporti con ex fidanzati, rapporti con amici, rapporti con colleghi. Il chorus, in stile coro da stadio non esplode mai veramente, se non nel finale, dando una peculiarità in più alla canzone. 8+
Wildest Dream: Una delle canzoni più belle dell'album. Si tratta di una ballad in pieno stile Lana Del Rey, quindi con una produzione molto soft accompagnato da vocals altrettanto soffusi ed eleganti. Molto bello anche il testo, che parla di una relazione destinata a finire presto, ma che la cantante desidera che verrà ricordata nei sogni più segreti del compagno. 8/9
How You Get The Girl: Una sorta di manuale per tutti i ragazzi che vogliono riconquistare la propria ragazza, mollata in un momento di blackout. Come sound è forse quella che si avvicina maggiormente al precedente Red, con l'inserimento della chitarra acustica che ridona un tocco country alla cantante. Uptempo catchy e simpatica, ha tutte le caratteristiche di un buon singolo. 8
This Love: Ballad caratterizzata dalla chitarra acustica che si lega, come sound, alla precedente. Voce soffusa che accarezza in maniera perfetta la base lenta e delicata, creando una stupenda atmosfera rilassante, romantica, trasporta in un altro mondo. Sarebbe un peccato se il grande pubblico non la conoscesse. 9
I Know Places: torniamo a ritmi lievemente più movimentati con questa midtempo prodotta da Tedder. Stupende le strofe e i pre-chorus che presentano una produzione e un cantato decisamente aggressivo e potente. Come lyrics e base sembra perfetta per la soundtrack di Hunger Games. 8/9
Clean: midtempo davvero molto piacevole, con una produzione molto interessante. Si tratta il tema della pioggia come un modo per lavarsi via il peso di una persona, di una relazione finita. La base accompagna perfettamente questo tema, dando proprio l'idea, in certi punti, di acqua che cade. 8.5
Wonderland: Prima delle bonus track della versione Deluxe dell'album. Up/midtempo con lievi incursioni di dubstep nel chorus. Davvero un'ottima traccia, difficile dire se poteva meritare un posto nella standard version, dato che sono tutte tracce molto valide. 8+
You Are In Love: Ballad molto dolce, romantica e delicata. Taylor racconta una storia, quasi in terza persona, di tutti i passaggi che portano all'innamoramento, quello vero, profondo, che viene dal cuore. Piacevolissima bonus track 8-
New Romantics: Uptempo dai fortissimi richiami anni 80s. Un altro inno, questa volta per i single con l'emblematico verso "heart break is the national anthem". Potente e coinvolgente, è una ottima bonus track. 7/8

Per concludere, questo passaggio di Taylor dal country al pop non poteva avvenire in maniera migliore. L'operazione che è stata fatta dai producers è stata semplicemente quella di eliminare chitarre, banjo e tutto ciò che richiamasse il country, senza però attaccare la vera essenza della cantante, che è rimasta fedelissima a se stessa e al suo stile. Ovviamente non abbiamo brani innovativi che portano qualcosa di nuovo sul panorama musicale, ma 1989 si è configurato come il perfetto album pop, col giusto equilibrio di canzoni movimentate e ballad, e con la totale assenza di filler. 8.5

domenica 26 ottobre 2014

Review: Big Fat Lie - Nicole Scherzinger

Una delle voci più belle e potenti del panorama pop odierno, una donna di una bellezza straordinaria, un talento gigantesco forse troppo sottovalutato, sto parlando di Nicole Scherzinger che ha da poco pubblicato il suo secondo album di studio intitolato Big Fat Lie.
Nicole pubblicò due anni fa Killer Love, il suo debut album come solista, dopo aver lasciato il gruppo che la rese famosa, le Pussycat Dolls. Il disco ebbe un discreto successo, ma circoscritto all'Inghilterra e alcuni paesi europei, ma furono estratti diversi singoli, due dei quali furono Top3 in UK.
Ora la Scherzinger torna con un nuovo progetto, interamente prodotto da The Dream e Tricky Stewart, molto diverso dal precedente, che, a detta della cantante stessa, la rappresenta appieno.



Your Love: Il disco si apre con il primo singolo dell'Era. Si tratta duna mid/uptempo che presenta una produzione pop/dance molto piacevole e con alcuni spunti interessanti, come la chitarra elettrica nel middle8. Molto catchy e radiofonica grazie ai dudududu del ritornello. Il brano ha avuto la sua peak position alla #6 nella UK Single Chart. 8.5
Electric Blue (feat. T.I.): primo e unico featuring al'interno del disco. Piacevolissima midtempo r'n'b che, se non si avesse la certezza dei producer, si potrebbe attribuire come sound a Pharrell. Lyrics e vocals molto sensuali e languidi, il che si sposa benissimo con la base, ricordando un po' lo stile di Janet Jackson. La parte rap di T.I. non ci sta male, dà un tocco che si sposa bene con il mood della cazone. 8
On The Rocks: secondo singolo. Power ballad pop che parla di una rottura amorosa, in particolare è Nicole che la serve al suo ex. Forse non è stata la scelta migliore rilasciarla come singolo, in quanto non ha potenzialità elevate, ma, come il resto del disco, è una grower e tutto sommato non è per nulla una brutta canzone, specie per chi riesce a relazionarsi col testo. 7/8
Heartbreaker: slow r'n'b dalle atmosfere dark ed enigmatiche. I vocals di Nicole rimangono sempre molto soffusi, creando un mood particolarissimo. Una delle tracce più belle del disco per vari aspetti, che vanno dalla produzione, al testo (che sembra decisamente contraddittorio). Sicuramente non è materiale da singolo, ma qui Nicole dimostra una grandissima classe. 8/9
God Of War: aumentiamo il ritmo con questa mid/uptempo. Forse una delle poche canzoni che come stile si può riassociare al periodo con le Pussycat Dolls. Davvero una splendida canzone, chorus potente, produzione interessante, vocals piacevoli, anche se non sfruttati appieno. Non sarebbe male come singolo, 8.5
Girl With A Diamond Heart: midtempo che ancora una volta parla di un amore finito o comunque complicato. Catchy con i suoi lalalala, ma la produzione ricorda molto lo stile di Jennifer Lopez, molto Brave style. Nota positiva, qui sentiamo per la prima volta dei veri acuti degni di nota. Non è affatto una brutta canzone, si ascolta con piacere, ma diciamo che non brilla. 7.5
Just A Girl: slow jam r'n'b che lascia molti dubbi e perplessità. I vocals modificati di Nicole che vengono resi maschili, è, a detta della cantante, un modo per dimostrare il lato maschile di ogni donna, una sorta di yin e yang. In ogni caso è assolutamente una canzone che non avrebbe dovuto far parte della tracklist. 5
First Time: midtempo urban che si avvicina come atmosfera a Heartbreaker, dark e con un tocco di mistero. Buona produzione, uno dei brani che potrebbero essere estratti come singolo, specialmente in USA. 8-
Bang: Sexy slow jam r'n'b, smooth vocals che si accostano molto bene alla base lenta e languida. Come stile ricorda moltissimo le slow di Ciara. Come sottofondo per una notte bollente, è perfetta. 7/8
Big Fat Lie: aumentiamo lievemente i beat con questa midtempo davvero molto personale. Inizialmente come titolo per l'album aveva lasciato un po' di amarezza, ma ora si capisce la motivazione. Nicole in questo brano parla del periodo in cui ha sofferto di bulimia, dove ogni sorriso, ogni apparenza di perfezione, erano solo grosse bugie. Profonda, sincera, toccante, ma anche catchy e radio friendly. 8.5
Run: ballad, e primo singolo ufficiale per il mercato statunitense, in cui Nicole finalmente usa appieno la sua stupenda e potente voce. Pochi fronzoli alla produzione, solo piano e archi ad accompagnare i vocals della Scherzinger. Testo emozionante interpretato magistralmente dalla cantante, impossibile non avere un brivido. 9
Little Boy: altra ballad e prima delle tre bonus track. Come produzione dà l'idea di essere un perfetto brano natalizio. Dolce, rilassata, tenera e romantica, una piacevole canzone che si ascolta molto bene, giusta bonus track. 7/8
Unison: allegra e frizzante midtempo, la produzione sa tanto da "banda musicale scolastica". Non un capolavoro, ma comunica una piacevole sensazione di gioia. 7.5
Cold World: uptempo pop/funk molto piacevole, frizzante e catchy, non si può fare a meno di battere il piede, Non sarebbe stata male una uptempo nella tracklist della standard, un po' troppo piena di midtempo e slow, ma forse questo genere avrebbe stonato con le altre, per cui giusta bonus. 8

Big Fat Lie è un album che, a detta di Nicole, la rappresenta al meglio come donna, come ciò che è stata e ciò che vuole essere, per cui, aldilà del successo commerciale (che non sembra per nulla favorevole), è da apprezzare che un'artista tenga così tanto a un suo progetto. C'è da dire che si sente la mancanza di vere e proprie hit, di canzoni con un potenziale da far emergere una volta per tutte Nicole come solista, e questo è un vero peccato perché è innegabile l'enorme talento di questa artista, bella, ottima ballerina, brava attrice, ma soprattutto una voce e una preparazione vocale da far invidia a qualunque collega della sua generazione. 7/8

lunedì 20 ottobre 2014

Gwen Stefani - Baby Don't Lie

Altro ritorno attesissimo in questo fine 2014 è quello di Gwen Stefani.
L'avevamo lasciata 2 anni fa con l'ultimo album del suo gruppo, i No Doubt, e addirittura 8 anni fa con il suo secondo disco da solista, The Sweet Escape.




Gwen ha scelto di puntare su una midtempo intitolata Baby Don't Lie. Il pezzo è prodotto da Ryan Tedder e Benny Blanco, e si presenta come un brano pop con qualche lieve influenza caraibica, che fa subito pensare allo stile di Rihanna (in particolare Te Amo). Aldilà di questo però, la canzone è molto radiofonica, catchy e facile da ricordare, caratteristica data anche dalla semplicità delle lyrics. 
Forse, considerati i primi lead singles dei primi due album, ci si aspettava qualcosa di più potente, ma Gwen ha sempre dimostrato una grande personalità, stile ed eleganza, in grado di far scintillare qualsiasi brano.



Fergie - L.A.LOVE (La La La)

La duchessa della musica pop è tornata.
Dopo aver entusiasmato il mondo con il disco di debutto, Fergie è tornata a lavorare con i Black Eyed Peas accantonando la sua carriera solista per diversi anni, ma in questo fine 2014 la cantante ha dato il calcio di inizio alla sua nuova Era discografica.



Il singolo scelto è L.A.LOVE (La La La), una midtempo hip hop in cui troviamo Fergie nei panni di rapper. La canzone è prodotta da DJ Mustard che, pur mantenendo il sound urban che ha caratterizzato la front woman dei BEP nel suo primo album, è comunque riuscito a dargli un tono attuale. Le lyrics non rappresentano solo Los Angeles, ma è un modo, come dichiarato dalla stessa Stacy, di salutare tutti i luoghi che ha visitato.
La critica ha spesso comparato questo singolo con lo stile di Iggy Azalea, ma, nonostante si possano trovare affinità, è bene ricordare che Fergie si è sempre mossa su questo stile hip hop/pop con risultati piuttosto egregi (My Humps, Fergalicious, London Bridge).
Nel video, la cui traccia audio contiene anche il featuring di YG, troviamo una bellissima e super sexy Fergie rappare, ballare e ammiccare con diversi look da vera street girl.
Un comeback davvero col botto!



sabato 18 ottobre 2014

Review: Sweet Talker - Jessie J

A distanza di circa un anno dal precedente album Alive, Jessica Cornish, in arte Jessie J, torna con un nuovo disco di inediti con l'intento di tornare ai piani alti delle classifiche mondiali, così come successe con l'album di debutto Who You Are.
Nonostante Alive fosse un'album dalle sonorità interessanti, non riuscì a conquistare il pubblico, forse anche per il drastico cambio di look della cantante, o semplicemente perché alcuni brani, come il primo singolo Wild, erano troppo lontani dai ritornelli pop e catchy a cui ci aveva abituati con Price Tag e Domino.
Con Sweet Talker torniamo un po' alle origini di Who You Are, ma con un sound più maturo e una consapevolezza maggiore delle proprie capacità di artista.



Ain't Been Done: L'album si apre subito alla grande con questa uptempo urban/pop. Le strofe, sia come base che come cantato, ricordano il primissimo singolo di Jessie Do It Like A Dude: aggressive e potenti; mentre il ritornello si apre a sonorità più pop, allegre e solari. Sarebbe un crimine non rilasciarla come singolo. 8+
Burnin' Up (feat. 2 Chainz): Secondo singolo estratto e ancora ci troviamo di fronte ad una bomba. Uptempo pop/hip hop che si apre con uno splendido sound di chitarra elettrica, per poi lasciare spazio a beat serrati e bassi trascinanti. Brano sexy e potente, arricchito da alcuni versi rap di 2 Chainz che non stona affatto con la canzone. 8.5
Sweet Talker: Midtempo prodotta da Diplo. La produzione è molto piacevole e arricchita di alcuni particolari che forse a primo ascolto non si notato, ma fanno la differenza; il testo corre lungo una doppia linea di dolcezza e malizia. Non male come canzone, ma forse non così potente da essere la title track. 7/8
Bang Bang (with Ariana Grande & Nicki Minaj): Impossibile rimanere fermi con questa canzone. Primo singolo col botto, con collaborazioni d'eccellenza (la star del momento Ariana Grande e l'ormai collaudata Nicki Minaj), prodotto da un genio quale è Max Martin. Con un team del genere non poteva che uscire fuori una hit, e infatti ha regalato a Jessie la sua terza #1 in UK ed è diventato il  suo singolo di maggior successo negli USA. 8/9
Fire: Si attenua un po' il ritmo con questa prima ballad. Stupendo l'intro caratterizzato dai violini e bei vocal di Jessie, anche se non ancora nel pieno del loro potenziale. Procedendo la canzone si arricchisce sempre più di elementi in un climax davvero coinvolgente. 7/8
Personal: Se prima abbiamo avuto una ballad abbastanza movimentata, con Personal abbiamo una tipica ballad lenta e emozionante. L'interpretazione di Jessie, sia vocale che delle lyrics, è estremamente piacevole e crea con la base una bellissima atmosfera. 8-
Masterpiece: Si ritorna ai fasti delle prime canzoni con questa midtempo prodotta da Josh Alexander. Peculiarità della canzone è l'utilizzo degli archi, suonati in maniera aggressiva e cupa nell'intro e nelle strofe. Le lyrics parlano di self encouragement, di come Jessie (ma anche ognuno di noi) continua a sbagliare e cadere, ma continua a lavorare al suo capolavoro, cioè a se stessa, definita come perfectly incomplete. Brano per nulla banale, nonostante il tema spesso già trattato. 8.5
Seal Me With A Kiss (feat. De La Soul): Brano anomalo per Jessie J, infatti il primo pensiero che si ha ascoltando la canzone è di un brano di Mariah Carey di qualche anno fa. Piacevole, catchy, forse non da singolo, ma ottima album track. 8-
Said Too Much: Bellissima midtempo che racconta di una storia finita. Melodia che rimane facilmente in mente, produzione non particolarmente esaltante, ma funziona benissimo nell'insieme con testo e voce. Come prima, ottima album track, ma senza reale potenziale da singolo. 8-
Loud (feat. Lindsey Stirling): Splendido intro con violini che lasciano presto posto a beat e una base più movimentata. Piacevole midtempo, si ascolta bene un paio di volte, ma non ha l'appale di altri brani del disco. 7.5
Keep Us Together: Altra canzone un po' anomala. Se prima avevo una uptempo stile Mariah, ora abbiamo un mitempo pop'n'b adatta ad una newbie uscita dalla Disney. Non è una brutta canzone, ma suona un po' di datato e comunque non adatto alla personalità di Jessie. 7+
Get Away: chiude la tracklist della standard edition questa splendida piano ballad. Jessie canta di una relazione che ormai sta per finire, nonostante l'amore e il bisogno che l'uno prova per l'altra, qualcosa comunque non funziona più. Splendida interpretazione e vocals ottimi, 8.5
Your Loss I'm Found: sonorità vagamente 80s per la prima bonus track della versione Deluxe. Pur presentando una gradevole produzione e ottimi vocals, è una giusta bonus track, che arricchisce l'album, ma non avrebbe sostituito effettivamente nessuna delle tracce presenti, 7.5
Strip: In ogni album di Jessie c'è una Domino, nel precedente album era Sexy Lady e in Sweet Talker è Strip. Uptempo frizzante, maliziosa, giocosa, catchy, insomma una perfetta traccia da inserire nella standard e con un ottimo potenziale da singolo. 8+
You Don't Really Know Me: L'album avrebbe potuto concludersi col botto con Strip, ma c'è ancora un'ultima traccia. Si tratta di una ballad caratterizzata dalla chitarra elettrica, una sorta di versione acustica. Piacevole, ma probabilmente superflua. 7

Sweet Talker si presenta come l'album in cui ritroviamo la Jessie da classifica, forse meno sperimentale e più pop, ma comunque non banale e con una gran grinta. Nel disco ci sono alcune ottime tracce, con potenziale da singolo molto alta, altre che abbassano un po' l'interesse, c'è una carenza di uptempo grintose come i primi due singoli, ma nel complesso è un disco estremamente piacevole. 8-

mercoledì 8 ottobre 2014

Cheryl Cole - I Don't Care

Col primo singolo, Crazy Stupid Love, è riuscita a raggiungere la vetta della classifica di casa, la UK Singles Chart, ora Cheryl Cole ci riprova col secondo singolo.
La traccia scelta è I Don't Care, una uptempo electropop potente e frizzante, in cui figura tra gli autori Bonnie McKee. 


Sebbene ci troviamo davanti ad una traccia molto catchy e radio friendly, e che ha riscosso diversi consensi tra il pubblico, non si può certo dire che sia un brano che spicca per qualità; la produzione elettropop è abbastanza scontata e ormai datata, il mood generale della canzone è fin troppo teen, dà l'idea di una canzone alla Katy Perry, ma molto più generica e meno studiata.
Il video è stato girato ad Agosto in Spagna, e anche questo è un aspetto che va a sfavore della canzone: l'atmosfera estiva e solare, che in qualche modo è ben rappresentativa del ritmo del brano, risulta fuori stagione e poco appetibile per il periodo.
Una nota positiva la troviamo sicuramente nell'enorme bellezza sfoggiata da Cheryl nella clip.


Ricky Martin - Adios

Torna uno dei cantanti latini più famosi e di successo al mondo: Ricky Martin!
L'artista portoricano negli ultimi anni non è stato assente dalle scene musicali, ha rilasciato diversi singoli tra cui Come With Me, uptempo EDM, nel 2013, Adrenalina, insieme a Wisin e Jennifer Lopez, e Vida, canzone ufficiale per i mondiali in Brasile, nel 2014.
Ora Ricky conclude l'anno con un nuovo singolo che anticipa l'uscita del suo nuovo album che farà da seguito a MAS (Musica + Alma + Sexo); il brano in questione si intitola Adios.



Si tratta di una uptempo latin-pop dal ritmo coinvolgente e dalla potenza notevole, derivante anche dai vocals pieni e corposi di Martin. La canzone si presenta come un ottimo compromesso tra ritmi e sound moderni, e la natura e le sonorità latine.
Come spesso accade per gli artisti latini, sono state registrate diverse versioni, spagnolo, inglese, salsa version, per abbracciare il gusto di tutti i mercati.
Nel video troviamo un sempre super sexy Ricky Martin cantare in un delizioso club ambientato negli anni '20. Colorato e festoso, la clip ha senza dubbio un forte impatto visivo.


English Version