Data la notizia della fine, diciamo ancora probabile, anche se è abbastanza difficile che continui, della Glasshart Era di Leona Lewis volevo proporre una recensione di questo splendido album, passato un po' in sordina e forse poco conosciuto al grande pubblico.
A tre anni dall’uscita di Echo, Leona torna sul mercato musicale con il suo terzo album di studio chiamato Glassheart.
Il titolo nasce da una conversazione tra la cantante e Ryan Tedder, suo collaboratore di vecchia data, il quale le aveva chiesto di parlargli delle sue esperienze amorose passate e da lì è nata l’idea del titolo dell’album; la Lewis in un’intervista ha descritto così il significato dietro questo titolo “Glassheart represents protecting your heart, yourself and protecting your emotions, its very poignant”.
L’album era pianificato per Novembre 2011, ma a seguito dell’uscita di Collide (lead single del progetto) e relative critiche di pseudo-plagio da parte del dj Avicii, poi incluso come featuring, e alla volontà di Leona di registrare altre tracce presa da nuova ispirazione, il disco è stato posticipato ai primi mesi del 2012.
Per ingannare l’attesa, a Dicembre viene rilasciato Hurt: The EP, contenente 3 cover e Glassheart viene nuovamente posticipato agli ultimi mesi del 2012.
Finalmente il 12 Ottobre 2012 Glassheart viene pubblicato, come prima nazione, in Irlanda, trainato dal singolo Trouble. Ci troviamo di fronte ad una nuova Leona, vengono sempre trattati temi amorosi, ma lo stile diventa più cupo e troviamo con piacere anche uptempo elettroniche che rompono con le abituali ballad a cui siamo abituati.
Trouble
Il disco si apre con la ballad Trouble, primo singolo estratto. Alla composizione del brano troviamo la stella inglese del momento, Emeli Sandè. Il tocco della Sandè si sente molto all’interno del brano, tuttavia ciò che rende speciale questa prima traccia, che si avvicina abbastanza al repertorio della Lewis, è la voce di Leona, pulita e potente come ci ha sempre abituati. 7/8
Un Love Me
Altro brano molto vicino come stile ai precedenti lavori di Leona. Brano molto malinconico ma per niente pesante. Wish I could tell you goodbye but I won’t, cus everytime I try I can’t let go. Brano che si lascia ascoltare molto piacevolmente. 7,5
Lovebird
La voce potente di Leona la fa da padrona già dopo pochi secondi. Canzone molto piacevole, che come stile potrebbe essere accostata ad una Better In Time, tuttavia non ci vedo le stesse potenzialità da singolo, nonostante sia stato scelto appunto come terzo singolo. 7
Come Alive
Primo vero highlight dell’album. Brano elettronico che evidenzia dalle prime note un’atmosfera cupa, misteriosa. Durante le strofe la voce di Leona rimane un po’ in sordina per poi esplodere letteralmente nel ritornello! L’alternanza di momenti di quiete a momenti più movimentati, il tutto accompagnato da una base elettronica prodotta in maniera divina, fanno di questo brano uno dei migliori della carriera di Leona. 9+
Fireflies
Brano che si apre con un piano e la soave voce di Leona. Dopo il primo minuto e trenta, da solo piano ballad la canzone passa ad avere una connotazione un po’ più movimentata. Come sempre ottima performance vocale, in questo brano in modo particolare, ma non ha la forza da singolo. 7-
I To You
Altro brano che ci trasporta in un’atmosfera cupa. Altro brano che in Glassheart fa un figurone. Canzone intensa, incisiva, coinvolgente. Davvero un ottima canzone! 8,5
Shake You Up
Una Leona che non ti aspetti. Una Leona movimentata. Una Leona dance anni ’80. Questa è Shake You Up, piacevolissimo brano con sound ripescato dai mitici 80s. Ottime potenzialità come singolo e molto radio friendly. Nonostante non sia una ballad alla Bleeding Love, gli acuti potenti non mancano sul finire della canzone. 8,5
Stop The Clocks
Si ritorna a respirare il classico mood alla Leona. Se si volesse accostare ad uno dei suoi precedenti lavori, potrebbe essere I Got You, secondo singolo di Echo. Pur non essendo qualcosa di estremamente nuovo per lei, il brano risulta piacevolissimo da ascoltare e fa la sua bella figura all’interno dell’album. 7/8
Favourite Scar
Brano piacevole, ma a me personalmente ha stancato in fretta, non trovo abbia le potenzialità di molte altre canzoni di Glassheart. Senza infamia e senza lode. 6/7
When It Hurts
La parte forte del pezzo è senza dubbio la base, qualche elemento elettronico, non molto presente, piano, e ogni tanto salta fuori un bell’accordo da chitarra elettrica, il tutto accompagnato dalla splendida vocalità di Leona che in questo brano è davvero una meraviglia da ascoltare, non strafà con gli acuti, ma mantiene una voce chiara e pulita. 8,5
Glassheart
Perla assoluta dell’album, per vari motivi. Prima di tutto la base dubstep prodotta in modo eccelso; in secondo luogo un brano del genere nel repertorio di Leona è una novità assoluta; per finire, anche se la voce ha subito un po’ di modifiche, si amalgama perfettamente al mood della canzone. Non so, io non smetterei mai di ascoltarla e quel “and I love you in my glass heart” ti rimane proprio in testa. 9/10
Fingerprint
Dopo l’esplosione della traccia precedente, ci si ridimensiona drasticamente. Ballad, piano, e voce quasi sussurrata all’inizio della canzone per poi partire con una prestazione vocale da oscar. Pochi elementi alla base, tutto è focalizzato sulla voce, l’ultimo minuto di canzone è da brividi. 7,5
Trouble (feat. Childish Gambino)
Versione di Trouble con la partecipazione del rapper statunitense. Nonostante a prima impressione potrebbe suonare male una strofa rap all’interno di una ballad di Leona, la parte di Childish Gambino si amalgama alla perfezione dando a Trouble un tocco in più. 7/8
Trouble (acustic), Come Alive (acustic), Glassheart (acustic)
Si apre una parentesi acustica di quelli che spero (ovviamente Trouble escluso) siano i prossimi singoli estratti dall’album. Ottima performance vocale in tutte e tre le versioni, la voce in questo caso viene messa in primissimo piano e lascia davvero a bocca aperta il talento di questa cantante. Un 8 generale per la voce
Colorblind
Brano già contenuto in Hurt: the EP, cover dei Counting Crows, cantato in versione acustica. 7/8
Sugar
Brano stupendo, non capisco perché sia stato relegato a bonus track. Parte come ballad lenta e man mano che passano i minuti la base continua ad arricchirsi di nuovi elementi in un climax crescente che esplode alla fine. 9
Collide (Afrojack Remix)
Non amo particolarmente i remix, e questo non fa differenza. Si poteva mettere tranquillamente la versione originale. 6-
La media matematica verrebbe circa 8, ma nell’insieme questo rappresenta una svolta nella carriera di Leona specialmente come sound, per cui un bell’8,5 se lo merita tutto
Highlights: Come Alive, Glassheart, Sugar, Shake You Up, When It Hurts
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